La speranza

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martedì 7 aprile 2015

La “CRIMINOMICS”: ovvero l’economia criminale, l’economia della predazione.

Verso modelli post-capitalistici

Alla ricerca di modelli alternativi all'ipercapitalismo

per una società più giusta ed equa!

Contro la miseria e la schiavitù del modello imperante!

Diagnostica - I fondamentali:   Le grandi patologie


La “CRIMINOMICS”: ovvero l’economia criminale, l’economia della predazione.


La criminalità sta diventando una vera e propria pandemia su scala globale.

Credo che negli ultimi decenni, nei paesi cosiddetti occidentali, la caduta del livello di moralità e onestà sia stata consistente e credo anche che il livello di contaminazione criminale dei sistemi organizzativi su cui poggiano le nostre comunità sia cresciuto a dismisura.
La violenza criminale mi pare stia diventando una componente strutturale del (non)vivere quotidiano, nel labirinto del mondo liquido iper-capitalistico postmoderno.

Abbiamo avuto sicuramente in passato epoche in cui non si poneva neppure la questione di che cosa significasse un comportamento onesto: non c’era la coscienza dell’onestà e del rispetto; la violenza era connaturata all’esistenza della razza umana su questo pianeta. Era il tempo degli “homo – homini – lupus”  in cui la sopravvivenza  di un soggetto o una razza era in funzione della sua capacità di depredare, di soggiogare e di annientare un altro soggetto o un’altra razza: in poche parole era il tempo di “vita mea mors tua”.

Poi è venuto il tempo dello “stato di diritto” in cui l’uguaglianza di tutti davanti alla “legge” veniva riconosciuta come principio fondante e necessario dell’umana convivenza.
Oggi sembra che questo “stato di diritto” sia in profonda crisi, in forte regressione a vantaggio delle nuove e più forti forze predatorie che dominano sulla scala globale, grazie anche alle nuove armi della scienza e della tecnica, sempre più pervasive.

Mi pare che con lo stato di “crisi” che dura ormai da un ventennio, il comportamento dell’umanoide stia di nuovo convergendo verso modelli e “stili” di predazione e criminalità. Ma questa criminalità ha un sapore e struttura forse un po’ diversa dal passato. E’ una criminalità che poggia su basi ideologiche e normative che la fanno essere ed apparire come condizione normale di funzionamento dei mercati o la fanno percepire come la condizione necessaria per il funzionamento del sistema ipercapitalistico su scala globale, in cui il profitto viene prima di qualsiasi altra cosa, di qualsiasi altro valore.

E così assistiamo ogni giorno a fatti che vengono riportati sui media come “scandali”, ma ormai data la loro numerosità ne abbiamo perso il conto: quando questi diventano così ricorrenti anche il loro significato perde di valenza e la truffa, la violenza, la predazione si metamorfizzano e diventano normalità, diventano sistema.

Secondo Loretta Napoleoni << (…) l’insospettabile, perverso legame tra democrazia e schiavitù è la diretta conseguenza di quella che d’ora in poi chiamerò “economia canaglia”. L’economia canaglia è un fenomeno ricorrente nella storia, spesso legato a grandi e improvvise trasformazioni della società. E’ proprio nel corso di questi mutamenti radicali che i politici tendono a perdere il controllo dell’economia. E quest’ultima diventa una sorta di entità autonoma, di strumento banditesco nelle mani di attori nuovi e spregiudicati. (…) E oggi l’economia è ridiventata canaglia perché il mondo sta attraversando una fase di trasformazione profondissima, forse la più profonda di tutti i tempi.[1]

L’economia canaglia si è metamorfizzata ed è diventata criminalità economica sistemica – o criminomics e sta dispiegando la sua potenza in ogni anfratto e angolo del nostro labirinto postmoderno.

La crisi perpetua -  o meglio fallimento del modello neoliberista globale - che stiamo vivendo è un vero e proprio detonatore per la moltiplicazione delle forze criminogene e per l’accelerazione della loro potenza che oggi si concretizzano sia con forme di violenza esplicita tradizionale, sia con forme più striscianti e subdole.

La criminalità economica sistemica (criminomics) si realizza ormai in mille modi attraverso i più disparati attori o predatori:
  • ·         soggetti dal colletto bianco;
  • ·         soggetti dal colletto blu;
  • ·         soggetti dal colletto troppo sporco.

Un tempo i predatori erano “stanziali”, oggi si sono evoluti anche loro e sono diventati nomadi in quanto riescono a muoversi con estrema velocità da un paese all'altro, da una regione geografica all'altra, lasciando dietro di loro le “esternalità negative” che il profitto privato non intende di certo neutralizzare.

La criminalità economica sistemica – che è diventata parte integrante del P.I.L. delle nazioni  (vedi post “crimimomics parte I) -  non si esprime con atti di violenza tipici della criminalità comune: la criminalità economica scava in profondità il sistema sociale, lavora “sotto la pelle” negli organi interni delle istituzioni o para- istituzioni; modifica le forme del labirinto post moderno in modo tale che la si possa considera come parte essenziale e necessaria per il funzionamento dell’attuale sistema di dominio e di PREDAZIONE.

Ti ritrovi così con istituzioni pubbliche dominate dal malaffare, con un’élite dominante che è tale per aver applicato la regola più antica della storia: la regola dell’HOMO HOMINI LUPUS e così anche l’Homo Sapiens si è metamorfizzato in HOMO SAPIENS OECONOMICUS CRIMINALIS

E questo homo criminalis – che trasforma la sua creatività e sapienza in furberia, cinismo e predazione – è diventato molto esperto nel partorire e metastatizzare forme di criminalità più o meno organizzata, quelle forme ad esempio riconducibili a:
  • ·        Finanz-capitalismo delle truffe finanziarie e delle diavolerie dell’iper-sofisticazione finanziaria;
  • ·         Traffico di organi;
  • ·         Traffico di uomini;
  • ·         Traffico di armi;
  • ·         Traffico di droga;
  • ·         Traffico di rifiuti pericolosi,
  • ·         Sofisticazione di prodotti alimentari;
  • ·         Sfruttamento e devastazione ambientale;
  • ·         Sfruttamento del lavoro nero e delle nuove e vecchie schiavitù;
  • ·         Edilizia selvaggia;
  • ·         Turismo sessuale;
  • ·         Ecc. ecc. …


Traffici come apologia della predazione, come esaltazione della truffa e come forma principe per l’arricchimento veloce.

Apologia del traffico e della liberalizzazione degli scambi: tutto fa brodo, anzi tutto fa “piccioli” nell'epoca della religione del dio Plutone.

La criminomics è al tempo stesso causa ed effetto delle grandi patologie e metamorfosi che caratterizzano il nostro labirinto iper-capitalistico  postmoderno: causa in quanto producono in ogni caso meccanismi di predazione che modificano l’assetto della distribuzione delle ricchezze, alienano il futuro di intere nazioni e generazioni,  rendono incerta e precaria l’esistenza, avvelenano l’ambiente biologico, politico ed istituzionale; ma sono anche l’effetto del mainstream dominante in cui le attività dell’uomo non si misurano più in relazione al loro valore e beneficio prodotto per il sistema, in relazione all’effetto sul bene comune (sempre che esista ancora una qualche forma di bene comune), bensì in relazione al denaro prodotto ed accumulato.

Siamo nell’epoca in cui l’alfa e l’omega è il denaro e la corsa alla sua accumulazione, ma fino a quando?
Parafrasando il titolo del saggio di Colin Crouch “Quanto capitalismo può sopportare la società[2], possiamo chiederci: quanta criminalità può ancora sopportare la società prima di implodere?

E l’attuale diffusione del crimine può essere tale da imprigionarci in un sistema di “criminocrazia”?

7 aprile 2015

Antonello B.










[1] “Economia canaglia- Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale- Loretta Napoleoni – Il Saggiatore- 2008
[2] “Quanto capitalismo può sopportare la società” – Colin Crouch, Ed. Laterza, 2014

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