La speranza

La speranza

sabato 28 giugno 2014

FINANZCAPITALISMO: IL TROPPO STROPPIA!

Verso modelli post-capitalistici

Alla ricerca di modelli alternativi all'ipercapitalismo
per una società più giusta ed equa!

Diagnostica - I fondamentali

Le grandi patologie: IL FINANZCAPITALISMO: qualche spunto in più.

LA FINANZA SENZA LIMITI, SENZA CONFINI E SENZA INIBIZIONI!....

.ma IL TROPPO STROPPIA!

-o-

<<A partire dagli anni '80 del secolo scorso, il capitalismo ha imboccato la strada di una finanziarizzazione totalitaria di se stesso e del mondo intero. Per questo è stato chiamato finanzcapitalismo da molti autori. Esso rappresenta lo sviluppo di un nuovo regime di produzione capitalistico il cui motore centrale sono i mercati finanziari. (…) Qui basterà ricordare che in esso, quale principio supremo, la creazione di denaro per mezzo di denaro ha preso il posto della produzione di merci per mezzo di merci. (…)
Essa (la crisi finaziaria – ndr) non appare dovuta ad errori tecnici del sistema bancario o delle autorità monetarie, ovvero a sviluppi e incidenti di percorso che nessuno poteva prevedere. E' piuttosto dovuta al fatto che il capitalismo dei mercati finanziari reca in sé degli squilibri strutturali che il normale funzionamento del sistema genera e fa aumentare sino a quando questi esplodono. E' la normalità stessa del sistema ad alimentare la sua degenerazione.>>1

-o-


Le grandi patologie rendono il “Labirinto” sempre più paludoso, pieno di sorprese, buche, fratture e baratri2. Noi, quando ci avviciniamo sulla soglia di queste “Fratture”, proviamo un senso si smarrimento, di vertigine e paura, mentre per altri la situazione è diametralmente opposta: per questi ultimi la situazione è ottima, ci si trovano proprio bene ed a proprio agio, riuscendo a sfarinare performance di “business” da 6/9 cifre e forse più. It's the global business, stupid!!
Per dirla con Bauman è come se il mondo oggi fosse abitato da due specie distinte di umani, gli abitanti del primo mondo e quelli del secondo mondo:
<<Per gli abitanti del primo mondo – il mondo extraterritoriale, sempre più cosmopolita, degli uomini di affari globali, dei manager della cultura globale, degli accademici globali – i confini statali sono aperti, e sono smantellati per le merci, i capitali e la finanza. Per gli abitanti del secondo mondo, i muri rappresentati dai controlli all'immigrazione, dalle leggi sulla residenza, dalle “strade pulite” e dalla “nessuna tolleranza” dell'ordine pubblico, si fanno più spessi, si fanno più profondi i fossati che li separano dai luoghi dove aspirerebbero ad andare e dai sogni di redenzione, mentre tutti i ponti, appena provano ad attraversarli, si dimostrano ponti levatoi. I primi viaggiano quando vogliono, dal viaggio traggono piacere (specialmente se viaggiano in prima classe o con aerei privati), sono indotti a viaggiare e vengono pagati per farlo e, quando lo fanno sono accolti con il sorriso del benvenuto e a braccia aperte. I secondi viaggiano da clandestini, spesso illegalmente. Accade ancora che paghino per l'affollata stiva di barche puzzolenti e rabberciate più di quanto gli altri non paghino per il lusso dorato della “classe affari”. Ciononostante li si guarda con disprezzo e, se la fortuna non li assiste, vengono arrestati e immediatamente deportati al primo arrivo>>3


Questo labirinto è stato profondamente modificato e reso più instabile dal Finanzcapitalismo, dalla finanziarizzazione ipertrofica del mondo postmoderno.

Per il Prof. Gallino (cfr opera citata in nota), le istituzioni che hanno architettato e definito (e che definiscono tutt'ora) il finanzcapitalismo sono principalmente tre:
  • Banche multinazionali (bank holding company - too big to fail);
  • Banche ombra (Shadow banking);
  • Investitori istituzionali.

Questa macchina finanziaria si basa alcuni assiomi fondamentali:e processi funzionali che Gallino indica chiaramente:

- assiomi:

<< (...) che lo sviluppo continuativo del Pil per almeno 2-3 punti l'anno è indispensabile anche alle società che hanno raggiunto un soddisfacente stato di benessere , al mero scopo di continuare ad assicurarselo.A tale scopo è quindi necessario un proporzionale aumento annuo dei consumi, ottenuto producendo bisogni per mezzo di merci e comunicazioni di massa.>>

- processi:
<< I tre processi la cui esistenza e i benefici effetti non ammettono discussione si possono così compendiare:
  1. i mercati sono perfettamente capaci di autoregolarsi;
  2. il capitale affluisce senza fallo né ritardi dove la sua utilità risulta massima;
  3. i rischi (quali che siano: di insolvenza, di caduta dei prezzi, di variazione dei tassi di interesse, ecc.) sono integralmente calcolabili , per cui a ciascun livello di essi corrisponde un giusto prezzo dell'entità di riferimento.>>4.

Abbiamo avuto, circa sette anni fa, un “troppo” che è “stroppiato” , prima negli USA5, con lo scoppio della bolla immobiliare e dei mutui sub-prime del 2007 e con il fallimento della Lehman Brothers del settembre 2008 e, poi, nel resto del mondo. Ne è derivata una crisi finanziaria di natura sistemica globale , grazie ai meravigliosi meccanismi di iperfinanza ingegnerizzata, del shadow banking, dei junk bonds, degli hedge funds e di tutte le altre diavolerie di strumenti finanziari OTC e non OTC più o meno sofisticati e complessi generati della menti super-matematiche dei grandi centri finanziari del mondo occidentale.

Menti che hanno generato super rich men, ma anche super rischi che hanno, a loro volta determinato la creazione di super piattaforme di “risk management”.

Prima ci ingegniamo ed industriamo per creare le “trappole” e poi cerchiamo di capire dove le abbiamo distribuite, come e se funzionano veramente. Il problema è che il test di funzionamento di queste mega trappole lo si fa sulla pelle degli “umani” e del sistema nel suo complesso, infatti l'approccio sperimentale condotto nei laboratori artificiali non funziona in economia e nei modelli di ingegneria politico-sociale e quando il danno è fatto è fatto, è reale e non limitato a qualche topo o insetto utilizzato nell'esperimento.

Ma quale è stata la formula alchimistica che ha fatto detonare la bomba (prodotto la grande trappola) tradottasi nella GRANDE CRISI?

Molte sono le cause che hano portato alla detonazione, ne ricordo solo alcune:

  • eccessivo indebitamento e eccessiva concessione di mutui per la casa;
  • sviluppo patologico, a partire dagli anni '90, della finanza mondiale;
  • regolamentazione carente dei mercati finanziari;
  • eccessivo utilizzo della leva finaziaria da parte delle istituzioni finanziarie;
  • ascesa dell'ideologia e delle politiche neoliberali (vedi la famosa coppia di ferro Ronald Reagan Margaret Thatcher);
  • politica monetaria della Fed che ha contribuito non da poco a creare la cosiddetta Nuova Architettura Finanziaria (Nfa)6
  • Invenzione di prodotti finanziari “complessi”, “strutturati” e “sintetici” ecc.;
  • Finanziamenti/prestiti predarori (“predatory leanding)7;
  • Sistemi delle porte girevoli (Sliding doors);
  • Massimizzazione del valore della capitalizzazione per gli azionisti (value stakeholders);
  • Cartolarizzazioni fiume su scala planetaria;
  • Investimenti finanziari di natura meramente speculativa;
  • “Fusionite” (M.&A.), concorrenza distruttiva e cpacità produttiva in eccesso;
  • Sistemi incentivanti che hanno diffuso nei manager la cultura dell'irresponsabilità;
  • titoli spazzatura (junk and toxic bonds)
  • ...

Quella che è stata definita la seconda più grave crisi stistemica della storia dell'uomo su questo pianeta (LA GRANDE CRISI) avrebbe dovuto costituire il presupposto per la dichiarazione definitiva di fallimento del modello imperialistico- ipercapitalista che ha caratterizzato la storia del '900, ed in particolare dell'ultimo trentennio del mondo (occidentale e non).

Ma la profezia marxista (ed altri), pur con molto ritardo, non si è avverata neppure ora, non si è tradotta in realtà … anzi l'ipercapitalismo, con la sua mega-macchina finanziaria è più tronfio che mai e veleggia su oceani di denaro alla ricerca di nuove "Itache".


Perchè di tutto questo? Essennziamente, anche se in termini forse semplicistici, perchè la nostra civiltà, se può essere ancora definita tale, ha abbracciato il fondamentalismo religioso del dio Mercato.

Il “dio Mercato” ha partorito la “dea Finanza” ed il rapporto è ormai divenuto completamente incestuoso. Questi dei sono stati originati della religione del neoliberismo dell'ultimo trentennio che ha trasformato, manipolato, plagiato il sistema su scala globale e che continua a dettare le regole del gioco del labirinto sociale, politico ed economico nel quale siamo immersi ed imprigionati.
E' proprio nel campo della finanza che la religione del dio mercato ed il conseguente totalitarismo neoliberista hanno stravinto!
In questi ultimi anni abbiamo riscoperto il demone della paura dei crolli finanziari e del rischio di fallimento. Se ci riferiamo solo all'Italia dall'inizio della crisi le aziende che hanno chiuso i battenti sono.... (Dati confindustria e camere di commercio)

...la paura dei fallimenti:“Made in Italy: dall’inizio della crisi fallite circa 50 mila imprese” 8

...e la paura del default degli stati...

... ecc. ecc...
Forse è' tutto merito (paradossalmente) della dea finanza che ha la potenza di scatenare tempeste, sollevare montagne, fa scoppiare bolle speculative e con un click trasformare carta in ricchezze inestimabili e con un altro click spazzarle via!
La dea finanza non discerne tra mezzi e fini, non ha tempo di fare esame di coscienza: la velocità cibernetica dei bit che trasportano miliardi di dollari da un angolo all'altro del pianeta non le consentono di prendere respiro e, forse, non ha proprio bisogno di respirare essendo una mega-macchina completamente scissa dal mondo reale. Essa non ha vincoli biologici e quelli normativi molto spesso li elude; trasforma gli eventuali rischi e restrizioni in nuove opportunità e in nuovi prodotti dell'alchimia ingegneristico-finanziaria.
Se l'economia reale non riesce più a crescere, se i livelli di accumulazione capitalistica del mondo solido non sono più' in grado di dare dei ritorni adeguati che possano soddisfare l'avidità crescente, allora cresciamo con la finanza.
E la finanza cresce, cresce....
Ma fino a che punto vogliamo farla crescere?
Quale crescita deve essere considerata ottimale e per chi?
Pensiamo che continuando a pompare denaro nei megacircuiti del cyberspazio si ottengano benefici sostenibili e durevoli per il 99% o solo per l'1% o per lo 0,1%.
Un tempo, all'epoca dell'economia mista, i meccanismi di trasmissione della politica monetaria potevano giocare un certo ruolo nel modificare le condizioni dell'economia reale. Oggi con la situazione di fortissima interconnessione planetaria pensiamo di poter continuare a gestire gli equilibri o meglio gli squilibri mondiali con il pompaggio (Q.E.) e assorbimento (Tapering) e delle banche centrali?
E' la mega-finanza dell'ipercapitalismo postmoderno che segna il tempo...che batte il ritmo!
E' Il tempo postmoderno della finanziarizzazione globale e, per dirla con le parole del Prof. Piero Bevilacqua, in questo tempo: "Il capitalismo va costruendosi culture strumentali di breve periodo, che frammentano la conoscenza e abbassano l'orizzonte della previsione".
-o-
Oggi, a distanza di sette anni dalla crisi finanziaria americana e da quella europea, la situazione appare un pò più tranquilla: vedi ad esempio grafici fonte: Confindustria: scenari economici – giugno 2014)


.




...ecc. ecc.
Se si guarda a questi indicatori ci si chiede se è stato un miracolo a trattenerci dal cadere nel baratro? Si è lavorato sulle cause effettive della crisi o solo sugli effetti?
Oppure la dea finanza è rinsavita? A quietarla e' forse stata la mano invisibile del dio mercato che ha eliminato gli squilibri sistemici e ha ricomposto le fratture?
La cura alla grande ipertrofia della finanza è stata forse:
  • una migliore e più efficace regolamentazione internazionale?
  • una maggior limitazione dell'uso e abuso delle dimensioni finanziarie?
o forse a quietarla, si fa per dire, sono state le manovre non ortodosse delle banche centrali?
28/06/2014
Antonello B.


1Finanzcapitalismo – la civiltà del denaro in crisi – Luciano Gallino – Einaudi (2011)
2Vi ricordate? «Siamo sul baratro, sì alla grande coalizione» - intervista ad ex Ministro Renato Brunetta del 3 marzo 2013 (modifica il 4 marzo 2013) – Corriere delle Sera on line. Leggi l'articolo:  «Siamo sul baratro, sì alla grande coalizione» - Corriere.it  http://bi.ly/1pJpKfn.
3Dentro la globalizzazione – le conseguenze sulle persone – Zygmunt Bauman – Edizioni Laterza – tredicesima edizione 2012.
4Luciano Gallino – op.cit.
5) Per non dimenticare quello che è successo nel 2007 in Inghilterra con la Northern Rock:<<IT WAS a panic that came out of the blue, writes Bill Jamieson-Anxious queues of depositors outside the branches of Northern Rock in late 2007 were the first signs that a massive financial crisis was upon us. Savers had heard that it had sought and received liquidity support from the Bank England. (The Scotsman – 16/06/2014).
6Vedi anche:“Structural causes of the global financial crisis: A critical assessment of the "New financial architecture" - Crotty, James - Working Paper, University of Massachusetts, Department of Economics, No. 2008-14. << The main thesis of this paper is that the ultimate cause of the current global financial crisis is to be found in the deeply flawed institutions and practices of what is often referred to as the New Financial Architecture (NFA) – a globally integrated system of giant bank conglomerates and the so-called ‘shadow banking system’ of investment banks, hedge funds and bank-created Special Investment Vehicles. (...)>>
7Vedi: Dodd-Frank: Title XIV - Mortgage Reform and Anti-Predatory Lending Act:
<<PURPOSE:  
The 2008 economic depression was triggered in part by the real estate bubble bursting.  Mortgages became extremely easy to obtain, and many of those mortgages had predatory provisions that made it difficult for borrowers to pay off the mortgages in the event that their real estate value decreased.(...)>>

8)Scritto da Davide Mazzocco | Yahoo! Finanza – mar 8 gen 2013 14:51 CET   

sabato 14 giugno 2014

Verso modelli post-capitalistici

Alla ricerca di modelli alternativi all'ipercapitalismo

per una società più giusta ed equa!

IL LABIRINTO

SI STA COSTRUENDO.......


LA MAPPA DELLE GRANDI PATOLOGIE E FATTURE 

DEL SISTEMA 


domenica 8 giugno 2014

Verso modelli post-capitalistici

Alla ricerca di modelli alternativi all'ipercapitalismo
per una società più giusta ed equa!

Diagnostica - I fondamentali

Le grandi patologie: IL FINANZCAPITALISMO


    ...E la nostra vita scorre con l'avvicendarsi dei Bulls e dei Bears nell'altalenarsi, sugli schermi elettronici di Bloomberg, dell'euforia e della depressione, della ripresa e dell'acuirsi delle crisi...
Nel villaggio globale, sembra ormai tutto cadenzato e sospeso dalla spezzata del grafico di qualche mega-indice econometrico che segna la meta: una meta senza scopo o meglio con il solo scopo di accumulare denaro su denaro.
Siamo giunti alla quarta grande patologia del sistema economico e sociale ipercapitalista-postmoderno, al “quarto girone”: l'enorme frattura tra l'economia reale e l'economia finanziario-monetaria che ha partorito il FINANZCAPITALISMO globale.
La finanza di per sé non è un male ed il denaro non è necessariamente lo sterco del diavolo”, ma quando questi diventano così pervasivi e dominanti, come in questi ultimi decenni, allora si pone la questione fondamentale di quale sia il loro fine ultimo. Se sia, cioè, quello di strumento per perseguire il bene comune o la vita buona (nelle varie accezioni aristotelica, cristiana, ecc), oppure se essi stessi siano divenuti il fine: quello dell'accumulazione del denaro per il denaro, per il potere e dominio.

Quanto scrivono Robert e Edward Skidelsky è assai eloquente:

<<(...) il capialismo fu fondato su un patto faustiano. I demoni dell'avarizia e dell'usura ebbero libero sfogo, con l'intesa che, dopo aver liberato l'umanità dalla povertà, sarebbero usciti di scena una volte per tutte. Il risultato sarebbe stato un paradiso di prosperità, con tutti gli uomini liberi di vivere come solo pochi fortunati avevano vissuto.
(…) Il capitalismo aveva bisogno della sua fulgida visione, senza di essa le sue umiliazioni erano intollerabili. Come narrano le favole, però, il diavolo tiene fede alla sua promessa solo nella lettera, non nello spirito. (…) Tuttavia il paradiso dell'abbondanza non è arrivato.
(…) Il tunnel della necessità economica, che doveva condurre fuori, alla luce del giorno della beatidudine economica, si profila interminabile. (…) Il capitalismo, ormai è chiaro, non ha alcuna tendenza spontanea a evolvere in qualcosa di più nobile. Lasciato a se stesso, il meccanismo della generazione di bisogni continuerà a funzionare all'infinito e senza scopo.1

Ed in effetti, nonostante i trilioni di trilioni di dollari e altre valute che viaggiano giornalmente alla velocità della luce da un punto all'altro del pianeta, siamo ancora nel tunnel della necessità e il nostro labirinto è pieno di fratture e contraddizioni sistemiche che hanno modificato e continuamente modificano l'assetto morfologico dei sistemi sociali e politici.
Il “finanzcapitalismo”, inteso come frattura, è figlio delle precedenti: si nutre dei dogmi della religione del dio mercato, contribuisce ai profondi divari e della diseguaglianza economico-sociale ed al tempo stesso favorisce ed alimenta la flessibilità che si traduce in precarietà e, conseguentemente, in potenziale miseria (cfr. precedenti miei post).
E' proprio con la dimensione e la struttura iper-complessa della finanza contemporanea che si realizza appieno quello che David Harvey ha definito il processo di accumulazione flessibile, basato sull'azzeramento dello spazio-tempo. Ma David Harvey va oltre al processo di accumulazione flessibile: per lui oggi stiamo vivendo il processo di “accumulazione per spoliazione” e in questo processo la finanza assume un ruolo di primo piano.
Ma di quale finanza stiamo parlando?
E' la finanza del “tempo reale”, dell'ingegneria finanziaria, degli hedge funds, dei Too big to Fail, dei derivati, dei junk bonds, dei mutui sub prime ecc. ecc.


Nel saggio “Finanzcapitalismo” di Luciano Gallino troviamo una definizione di questo nuova dimensione dell'iper-capitalismo monetario che mi sembra molto appropriata:
<< Il finanzcapitalismo è una mega-macchina che è stata sviluppata nel corso degli ultimi decenni allo scopo di massimizzare e accumulare, sotto forma di capitale e insieme di potere, il valore estraibile sia dal maggior numero possibile di esseri umani, sia dagli ecosistemi. L'estrazione di valore tende ad abbracciare ogni momento e aspetto dell'esistenza degli uni e degli altri, dalla nascita alla morte o all'estinzione. Come macchina sociale, il finanzcapitalismo ha superato ciascuna delle precedenti, compresa quella del capitalismo industriale, a motivo della sua estensione planetria e della sua capillare penetrazione in tutti i sotto-sistemi sociali, e in tutti gli strati della società, della natura e della persona.>>2

E così scriveva Marco Panara su La Repubblica:

<<(…) La finanza è più forte, detta i tempi e giudica le scelte, e la sua potenza ha basi solidissime. La prima è la dimensione, cresciuta enormemente: nel 2003 per ogni dollaro di prodotto globale ce n' erano 9 di finanza; oggi, per ogni dollaro di prodotto globale, di finanza ce ne sono 14. In valori assoluti le cifre sono queste: 37 mila miliardi di prodotto globale e 321 mila miliardi di attività finanziarie nel 2003 e 63 mila miliardi di prodotto e 851 mila miliardi di attività finanziarie nel 2010. La massa delle attività finanziarie è quindi soverchiante, non c'è al mondo soggetto pubblico che possa contrastarla.>>3

Poniamoci alcune domande: la finanza mondiale, che penetra in ogni dove, per essere diventata così dominante ed egemone ha dovuto sottoscrivere un patto faustiano? È manovrata da Plutone, oppure questa mega-macchina è la risultante di scelte più o meno razionali dell'homo oeconomicus?
Non è sicuramente farina del sacco di qualche entità ultraterrena o dio degli inferi: essa è il frutto dei “sacerdoti del neoliberismo” e delle loro “mega mani invisibili” che orchestrano la nostra vita, giorno dopo giorno.
E quello che hanno orchestrato a partire dagli inizi degli anni '80 del secolo scorso ha portato a “scosse telluriche” via via sempre più forti e devastanti, sino a quelle del 2007 e 2008.
La finanza affetta da bulimia, ogni tanto quando è troppo ingrassata e piena di bolle scoppia e va in “crisi”.
La crisi di questa mega macchina bulimica si traduce immediatamente in precipitazione degli indici finanziari e poi in licenziamenti, disoccupazione, austerity ecc. ecc.
Così scriveva Joseph E. Stiglitz nel suo saggio “Bancarotta”:
<<Nell'autunno del 2008, l'economia globale, con i suoi sofisticati mercati finanziari, era in caduta libera e sull'orlo del disastro completo.
(…) La ristrutturazione dell'economia non si metterà in moto da sola. Il governo dovrà svolgere un ruolo centrale. E questa è la seconda grande serie di cambiamenti che ci aspetta: la crisi finanziaria ha dimostrato che i mercati finanziari non funzionano bene in modo automatico, e che i mercati non sono in grado di correggersi da soli.
(…) Ora dovremo ricostruire una società con un equilibrio più saldo fra Stato e mercato. Un maggior equilibrio potrà portare a un'economia più stabile ed efficiente.>> 4

Ma questa bulimia non si è arrestata: per gli affezionati dei grafici e degli indicatori dovrebbe bastare il grafico sotto riportato tratto dall'ultimo report “World Economic and Financial Surveys” dell'I.M.F.
Questi sono gli assets delle “Too Big to Fail”. Possiamo notare la crescita esponenziale e le dimesioni assolute raggiunte5.


Come sostiene Luciano Gallino:

<<La crisi emersa nel 2007, ma in gestazione da una ventina d'anni, affonda sicuramente grosse radici nella creazone di denaro in misura eccessiva e in forme nuove>>6.

Qual è stata la “cura” della crisi – originata principalmente dai sistemi bulimici di iperfinanza globale - da parte dei soggetti decisori in campo?

La risposta mi sembra quasi scontata e la leggiamo tutti i giorni sui principali mezzi di informazione:

I Quantitative Easing della Fed, della Bank of Japan, della BCE.

La risposta è:alimentiamo la finanza con altra finanza:

Iniezione di liquidità da 400 miliardi per riattivare il credito ma tra le misure manca il QE – le Borse festeggiano, euro volatile, spread a 152. SCATTA IL PIANO DRAGHI ANTI-DEFLAZIONE – tassi ai minimi storici e rendimenti negativi per i depositi – Il presidente Bce : <<Non è finita qui>>7

La cura è stata affidata al finanziatore di ultima istanza (banche centrali) e al drogato (l'economia finanziaria del villaggio globale) si continuano a somministrare dosi da cavallo di metadone con tanti “zeri dietro”.


Negli ultimi 30 anni le banche centrali hanno combattuto contro il “mostro” dell' INFLAZIONE ed ora hanno di fronte un nuovo “mostro”: la DEFLAZIONE.

Siamo sicuri che il vero mostro o causa dei mali sia questo?

Io non credo proprio.

Il troppo stroppia” ma a questo antico proverbio sembra che il mondo non faccia più caso e che la memoria umana, degli effetti perniciosi dovuti agli eccessi prodotti dalla finanza speculativa, venga ogni sera cancellata/resettata per far posto al nuovo eccesso del giorno dopo.

La mega-macchina sfida il limite, va oltre il limite e quando le bolle scoppiano allora si urla alla crisi. Che strano è questo sistema che crea i presupposti delle bolle e poi quando queste scoppiano cerca di giustificarsi, di correre ai ripari e di scaricare le responsabilità su uno o più capri espiatori.
Dove andremo? Siamo sicuri che il percorso disegnato dalle Trojke sia quello corretto?

Mi sono convinto che la crisi finanziaria è un fenomeno strutturale del sistema ipercapitalistico, non è un incidente di pecorso ed è principalmente il frutto dei dogmi della religione del dio mercato.

Non sono servite a nulla le gravi crisi finanziarie che hanno segnato la storia antica o quella più recente del XX° secolo. L'uomo sembra che non riesca più a far tesoro degli errori commessi... errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Non sono serviti a niente gli ammonimenti e le esperienze drammatiche.

Anche le crisi finanziarie sono il frutto desiderato del dogma della distruzione creatrice? Forse la distruzione creatrice andava bene al tempo di Shumpeter8 - che nei suoi studi ed elucubrazioni non è riuscito a soffermarsi e metabolozzare la “distruzione creatrice” delle due guerre mondiali – ma oggi giocare con il fuoco, parlare di guerre valutarie, di armi monetarie non convenzionali, ecc. ecc. può essere molto pericoloso e l'effetto può essere tale che la “nuova creazione” sia possibile su un altro pianeta e non più su questo.

8 giugno 2014

Antonello B.

1“Quando è abbastanza – Di quanto denaro abbiamo davvero bisogno per essere felici? (meno di quello che pensi)”- Ronert e Edward Skidelsky – Mondadori – 2013.
2“Finanzcapitalismo – la civiltà del denaro in crisi - Luciano Gallino – Einaudi 2011.
3“Se la finanza si mangia l'economia” - Marco Panara (La Repubblica – archivio on line 23 1 2012.
4“Bancarotta – L'economia in caduta libera - Joseph E. Stiglitz – Einaudi 2010.
5Global Financial Stability Report: Moving from liquidity to growth driven market.- aprile 2014 – IMF.
6“Finanzcapitalismo” – op. cit.
7Titolo di copertina del Sole 24 Ore di venerdì 6 giugno 2014.

8La teoria delle innovazioni consente a Schumpeter di spiegare l'alternarsi, nel ciclo economico, di fasi espansive e recessive. Le innovazioni, infatti, non vengono introdotte in misura costante, ma si concentrano in alcuni periodi di tempo - che, per questo, sono caratterizzati da una forte espansione - a cui seguono le recessioni, in cui l'economia rientra nell'equilibrio di flusso circolare. Un equilibrio però, non uguale a quello precedente, ma mutato dall'innovazione. Le fasi di trasformazione sotto la spinta di innovazioni maggiori vengono definite da Schumpeter di "distruzione creatrice", alludendo al drastico processo selettivo che le contraddistingue, nel quale molte aziende spariscono, altre ne nascono, e altre si rafforzano. (Wikipedia 8/6/2014).

mercoledì 4 giugno 2014

La preghiera al dio mercato.

Le grandi patologie: LA RELIGIONE DEL DIO MERCATO.


Una preghiera al dio mercato.


"Mercato nostro

che sei in ogni dove del villaggio globale


Siano rispettate le Tue leggi

regola e domina con la tua mano invisibile


Sia fatta la Tua volontà 

sulla terra reale e su quella virtuale del cyberspazio


Dacci oggi il nostro Profitto quotidiano

e se falliamo scagionaci

come noi scagioniamo i nostri debitori falliti


Fai in modo che non cresca troppo la nostra avidità

nella nostra corsa all'accumulazione del denaro e delle risorse del pianeta


e proteggici da tutti quelli che criminalizzano i nostri profitti,

da quelli che professano l'eguaglianza, la solidarietà, 

la redistribuzione della ricchezza e l'equilibrio bio-sostenibile


Amen"