Verso
modelli post-capitalistici
Alla ricerca di modelli alternativi
all'ipercapitalismo
per una società più giusta ed equa!
Contro la miseria e la schiavitù del
modello imperante!
Diagnostica - I fondamentali: Le grandi patologie
La “CRIMINOMICS”:
ovvero l’economia criminale, l’economia della predazione.
La criminalità sta diventando una vera e propria pandemia su scala
globale.
Credo che negli ultimi decenni, nei paesi cosiddetti occidentali, la
caduta del livello di moralità e onestà sia stata consistente e credo anche che
il livello di contaminazione criminale dei sistemi organizzativi su cui
poggiano le nostre comunità sia cresciuto a dismisura.
La violenza criminale mi
pare stia diventando una componente strutturale del (non)vivere quotidiano, nel
labirinto del mondo liquido iper-capitalistico postmoderno.
Abbiamo avuto sicuramente in passato epoche in cui non si poneva
neppure la questione di che cosa significasse un comportamento onesto: non
c’era la coscienza dell’onestà e del rispetto; la violenza era connaturata
all’esistenza della razza umana su questo pianeta. Era il tempo degli “homo – homini – lupus” in cui la sopravvivenza di un soggetto o una razza era in funzione
della sua capacità di depredare, di soggiogare e di annientare un altro
soggetto o un’altra razza: in poche parole era il tempo di “vita mea mors tua”.
Poi è venuto il tempo dello “stato
di diritto” in cui l’uguaglianza di tutti davanti alla “legge” veniva
riconosciuta come principio fondante e necessario dell’umana convivenza.
Oggi sembra che questo “stato di diritto” sia in profonda crisi, in
forte regressione a vantaggio delle nuove e più forti forze predatorie che
dominano sulla scala globale, grazie anche alle nuove armi della scienza e
della tecnica, sempre più pervasive.
Mi pare che con lo stato di
“crisi” che dura ormai da un ventennio, il comportamento dell’umanoide stia
di nuovo convergendo verso modelli e “stili” di predazione e criminalità. Ma
questa criminalità ha un sapore e struttura forse un po’ diversa dal passato.
E’ una criminalità che poggia su basi ideologiche e normative che la fanno
essere ed apparire come condizione normale di funzionamento dei mercati o la
fanno percepire come la condizione necessaria per il funzionamento del sistema
ipercapitalistico su scala globale, in cui il profitto viene prima di qualsiasi
altra cosa, di qualsiasi altro valore.
E così assistiamo ogni giorno a fatti che vengono riportati sui
media come “scandali”, ma ormai data la loro numerosità ne abbiamo perso il
conto: quando questi diventano così ricorrenti anche il loro significato perde
di valenza e la truffa, la violenza, la predazione si metamorfizzano e
diventano normalità, diventano sistema.
Secondo Loretta Napoleoni << (…) l’insospettabile, perverso legame tra
democrazia e schiavitù è la diretta conseguenza di quella che d’ora in poi
chiamerò “economia canaglia”.
L’economia canaglia è un fenomeno ricorrente nella storia, spesso legato a
grandi e improvvise trasformazioni della società. E’ proprio nel corso di
questi mutamenti radicali che i politici tendono a perdere il controllo
dell’economia. E quest’ultima diventa una sorta di entità autonoma, di
strumento banditesco nelle mani di attori nuovi e spregiudicati. (…) E oggi
l’economia è ridiventata canaglia perché il mondo sta attraversando una fase di
trasformazione profondissima, forse la più profonda di tutti i tempi.[1]
L’economia canaglia si è metamorfizzata ed è diventata criminalità
economica sistemica – o criminomics e sta dispiegando la sua potenza in ogni
anfratto e angolo del nostro labirinto postmoderno.
La crisi perpetua - o meglio
fallimento del modello neoliberista globale - che stiamo vivendo è un vero e
proprio detonatore per la moltiplicazione delle forze criminogene e per
l’accelerazione della loro potenza che oggi si concretizzano sia con forme di
violenza esplicita tradizionale, sia con forme più striscianti e subdole.
La criminalità economica sistemica (criminomics) si realizza ormai
in mille modi attraverso i più disparati attori o predatori:
- · soggetti dal colletto bianco;
- · soggetti dal colletto blu;
- · soggetti dal colletto troppo sporco.
Un tempo i predatori erano “stanziali”, oggi si sono evoluti anche
loro e sono diventati nomadi in quanto riescono a muoversi con estrema velocità
da un paese all'altro, da una regione geografica all'altra, lasciando dietro di
loro le “esternalità negative” che il profitto privato non intende di certo
neutralizzare.
La criminalità economica sistemica – che è diventata parte
integrante del P.I.L. delle nazioni
(vedi post “crimimomics parte I) -
non si esprime con atti di violenza tipici della criminalità comune: la
criminalità economica scava in profondità il sistema sociale, lavora “sotto la
pelle” negli organi interni delle istituzioni o para- istituzioni; modifica le
forme del labirinto post moderno in modo tale che la si possa considera come
parte essenziale e necessaria per il funzionamento dell’attuale sistema di
dominio e di PREDAZIONE.
Ti ritrovi così con istituzioni pubbliche dominate dal malaffare,
con un’élite dominante che è tale per aver applicato la regola più antica della
storia: la regola dell’HOMO HOMINI LUPUS e così anche l’Homo Sapiens si è
metamorfizzato in HOMO SAPIENS OECONOMICUS CRIMINALIS
E questo homo criminalis – che trasforma la sua creatività e
sapienza in furberia, cinismo e predazione – è diventato molto esperto nel
partorire e metastatizzare forme di criminalità più o meno organizzata, quelle
forme ad esempio riconducibili a:
- · Finanz-capitalismo delle truffe finanziarie e delle diavolerie dell’iper-sofisticazione finanziaria;
- · Traffico di organi;
- · Traffico di uomini;
- · Traffico di armi;
- · Traffico di droga;
- · Traffico di rifiuti pericolosi,
- · Sofisticazione di prodotti alimentari;
- · Sfruttamento e devastazione ambientale;
- · Sfruttamento del lavoro nero e delle nuove e vecchie schiavitù;
- · Edilizia selvaggia;
- · Turismo sessuale;
- · Ecc. ecc. …
Traffici come apologia della predazione, come esaltazione della
truffa e come forma principe per l’arricchimento veloce.
Apologia del traffico e della liberalizzazione degli scambi: tutto
fa brodo, anzi tutto fa “piccioli” nell'epoca della religione del dio Plutone.
La criminomics è al tempo stesso causa ed effetto delle grandi
patologie e metamorfosi che caratterizzano il nostro labirinto
iper-capitalistico postmoderno: causa in
quanto producono in ogni caso meccanismi di predazione che modificano l’assetto
della distribuzione delle ricchezze, alienano il futuro di intere nazioni e
generazioni, rendono incerta e precaria
l’esistenza, avvelenano l’ambiente biologico, politico ed istituzionale; ma
sono anche l’effetto del mainstream dominante in cui le attività dell’uomo non
si misurano più in relazione al loro valore e beneficio prodotto per il
sistema, in relazione all’effetto sul bene comune (sempre che esista ancora una
qualche forma di bene comune), bensì in relazione al denaro prodotto ed
accumulato.
Siamo nell’epoca in cui l’alfa
e l’omega è il denaro e la corsa alla sua accumulazione, ma fino a quando?
Parafrasando
il titolo del saggio di Colin Crouch “Quanto capitalismo può sopportare la
società”[2],
possiamo chiederci: quanta criminalità può ancora sopportare la società prima
di implodere?
E l’attuale diffusione del crimine può essere tale da imprigionarci
in un sistema di “criminocrazia”?
7 aprile 2015
Antonello B.